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Breve storia di Iglesias - Storia

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La storia parla chiaro. Le varie dominazioni che si sono susseguite hanno portato novità e sottratto risorse ambientali. I pisani hanno dominato poco meno di 60 anni (tra il 1258 e il 1295, e tra il 1302 e il 1324) ma hanno lasciato importanti eredità: uno statuto, arti e mestieri, la struttura portante della città, l'arte di cavare metalli dalla roccia. Gli spagnoli hanno dominato duramente per quasi quattro secoli, dopo sanguinose lotte di conquista, contratte con le popolazioni autoctone che con coraggio e caparbietà avevano tentato di mantenere i domini nelle mani dei sardi. L'intelligenza e la sensibilità politica dei sovrani arborensi è stata spesso ingiustamente trascurata dalla memoria storica degli iglesienti. Dopo 85 anni di lotte tra spagnoli e sardi (tra il 1323 e il 1409) e l'inizio dello sfruttamento sistematico delle risorse ambientali e minerarie dei territori dell'Iglesiente (tra il 1409 il 1720) si è compreso solo in parte il vero e profondo significato della mancanza di libertà, sotto un dominio dispotico e protervo, con un'ostinazione piena di arroganza e superbia. Eppure il carattere iglesiente si è manifestato ancora una volta con l'orgoglio del riscatto dalla schiavitù feudale (tra il 1449 e il 1450): un riscatto collettivo simbolo di unità d'intenti e di riconoscimento del significato profondo di un destino comune, quel destino comune che caratterizza un popolo, una Nazione e ora l'intera Umanità globalizzata. Neppure lo sterminio imposto dalla peste (tra il 1562 e il 1565) e dalle carestie hanno decretato l'abbandono della città; ripopolata in quasi trent'anni dalle popolazioni sparpagliate nelle campagne dei territori circostanti, compattata da credenze sopranaturali ha tentato di adattare il suo spirito libero ai vincoli imposti dalle gerarchie ecclesiastiche, figlie del domìnio incondizionato degli spagnoli, attraverso l'inquisizione gesuita e domenicana. Le scuole e i seminari ecclesiastici, se da un lato strappavano l'anima agli iglesienti, dall'altro tentava di ricomporre il fisico e lo spirito mortificati dalle secolari sofferenze di guerre, epidemie e carestie, per ripristinare il carattere combattivo e orgoglioso della popolazione meridionale sarda.

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