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Cinema: il lavoro (seconda parte)
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- Categoria: Consapevolezza
- Pubblicato: Martedì, 02 Novembre 2021 09:31
- Scritto da Mauro Ennas
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«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana
Il tema del lavoro è di grande attualità da quando le politiche economiche hanno evidenziato, con forza dirompente, che è stato tradito il patto di fiducia tra le popolazioni e le loro classi dirigenti. Il tradimento è stato realizzato gradualmente attraverso la metamorfosi antropologica tra capitalismo e finanza piratesca, tra "lavoro+capitale" e azzardo finanziario.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, concentrazioni di capitale, diminuzione degli investimenti, disoccupazione crescente e stagnazione economica.
Tutto questo sta avendo conseguenze devastanti sullo stato sociale: l'istruzione negata, la sanità per pochi, le clientele nella pubblica amministrazione e nell'università, le ruberie, le combriccole del malaffare, gli evasori fiscali, i corrotti e i corruttori, la giustizia ineguale, la crescente povertà e le crescenti disuguaglianze sociali.
Che ce ne facciamo di questa falsa libertà se non ci sono pari opportunità nell'accesso alle risorse e uguaglianza davanti alla legge? Che ce ne facciamo di questo Stato se non ci sono le tutele contro chi sfrutta posizioni di privilegio per accrescere la sua influenza a discapito degli altri e chi sbaglia non paga mai?
L'altro, brutta bestia, in una società che vorrebbe dirsi libera e aperta, equa e solidale e che nella pratica quotidiana dà forza al suo lato oscuro, quello delle organizzazioni occulte laiche e clericali, che sguazza e vorrebbe continuare a sguazzare nello sfruttamento dell'altro e nei privilegi.
Se una lunga guerra e il lavoro di ricostruzione di milioni di uomini e donne dal dopoguerra ad oggi per ottenere più libertà, più equità e più giustizia, è servito solo ad arricchire pochi privilegiati e a ridurre sul lastrico la maggioranza della popolazione, allora non è servita a niente e le nuove generazioni dovranno forse trovare una nuova soluzione, una soluzione migliore.
I film che vi propongo, in questa carrellata, sono leggeri e duri, fantastici e iper-realistici: la loro visione accrescerà la nostra capacità di analizzare il mondo da più punti di vista, da quello del pensionato truffato e vilipeso, dall'operaio al dirigente di fabbrica licenziati e marginalizzati, dal figlio di operaio al precario in lotta per trovare un posto nella società.
Uomini e donne intelligenti e sensibili che sentono la società non come un vantaggio, tipico dell'appartenenza a un gruppo sociale o a un territorio (un destino comune), ma in solitudine, quella putrescente solitudine segno di un deterioramento delle costruzioni sociali della cultura contemporanea, che vede molti individui come appendici di una televisione e/o di un telefono, non più parte di nessun meccanismo decisionale e creativo, neppure se li riguarda direttamente.
Ogni storia, tra realtà e finzione, apre un nuovo scenario, apre una possibilità spesso solo immaginata, ma reale o realistica. Possibile.
Come ho già espresso, nella prima parte, non vi consiglierò capolavori (esclusi rari casi) ma film significativi che parlano chiaro e riescono a rappresentare ciò che conosciamo già e ciò che non abbiamo neanche immaginato, perché estremi discronici di possibilità che non vorremmo mai sperimentare nella vita reale.
Il primo film che vi propongo è un documentario, ottimista e rivoluzionario che ben rappresenta le capacità e la forza di uomini e donne uniti nella costruzione del proprio destino. La riappropriazione dei mezzi di produzione e la costruzione di una società giusta e fondata sul lavoro. La nuova consapevolezza condivisa attraverso patti chiari e solidali, nella nuova visione del mondo dove chi produce vuole produrre per vivere non vivere per produrre. Un documentario di grande impatto emotivo (The Take 'la presa', Naomi Klein e Avin Lewis, Canada 2004) che narra la lezione Argentina, ovvero la riappropriazione popolare del lavoro. "Fabbriche abbandonate, crepe nel cemento, macchine arrugginite. Ma tra le macerie sta crescendo qualcosa. Ritorna il lavoro, anzi è la gente a riprenderselo. Il nuovo motto: occupare, resistere, produrre." [Naomi Klein]
In "Mammuth" (Francia, 2010) un pensionato cerca di ricostruire la sua carriera lavorativa con grande difficoltà. Lo stravagante Serge (interpretato da Gérard Depardieu) va in pensione, il suo impiego come macellaio è l'ultimo di una lunga serie. La sua grande memoria e la determinazione fanno a pugni col suo senso pratico che lo allontana dalla cruda realtà. I suoi precedenti datori di lavoro non hanno mai versato i suoi contributi previdenziali, ed ora per regolarizzare la sua situazione è costretto ad intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo alla guida della sua moto (Münch Mammuth).
Di rilievo anche "La nostra vita" (Italia, 2010). Il protagonista è Claudio (Elio Germano) è un operaio edile che vive alla periferia di Roma con Elena e i loro due figli. Si amano sinceramente e nella loro semplicità hanno costruito un rapporto solido di reciproche attenzioni e di complicità che sembra averli messi al riparo dalle insidie della vita. Lui è un sorvegliante nei cantieri edili ed ha rapporti quotidiani con i muratori, per lo più clandestini e che lavorano in nero. Un incidente mette i crisi il sistema di certezze sul quale aveva costruito la sua vita.
"Generazione 1000 euro" è una divertente commedia (Italia, 2009) nella quale Matteo, brillante trentenne neolaureato in matematico, lavora per un'importante azienda nel settore marketing, convive con Francesco, appassionato di cinema e di playstation. La nuova direttrice dell'azienda di Matteo, Angelica sconvolgerà la vita di Matteo costringendolo a mettersi davanti alle serie responsabilità della sua vita.
Nel film "All'origine" (A l'origine di Xavier Giannoli, Francia 2009) la realtà supera la finzione. Paul, ex detenuto per truffa, viene a conoscenza di una zona nella quale i lavori per la costruzione di un'autostrada sono da tempo bloccati e decide di concorrere a far riprendere i lavori falsificando tutti i documenti necessari per ottenere macchine, attrezzature e materiali. In questo modo riesce ad ottenere la fiducia della gente del posto che intravede una prospettiva economica reale... le cose, all'inizio, sembrano procedere bene e in modo efficiente. Il film ha preso spunto da un fatto di cronaca.
Lavoro e vita da precari sono ben rappresentati in "Tutta la vita davanti" (Paolo Virzì, 2008). Marta si è laureata a pieni voti in filosofia e cerca un lavoro. La sua ambizione è quella di ottenere un posto come ricercatrice, ma non è facile e bisogna comunque vivere e quindi, nell'attesa dei risultati del concorso, cerca un lavoro qualunque. È sola, il suo compagno è lontano (negli Stati Uniti con un assegno di ricerca); trova un impiego come baby-sitter, ma in breve tempo si accorge che deve assolutamente guadagnare di più per potere essere indipendente. Segue il consiglio dall'amica Sonia e si rivolge alla società di vendite per corrispondenza nella quale lavora anche l'amica, entra nel team del clienti.
Alla chiusura di una fabbrica le operaie decidono di rivalersi sul proprietario (Louise Michel di G. Kervern e B. Delépine, Francia 2008). Un gruppo di operaie ha paura che ci possa essere una riduzione del personale. I proprietari cercano di tranquillizzarle ma hanno in serbo ben altro. Il giorno dopo l'ultimo colloquio con i proprietari scoprono che la loro fabbrica è stata completamente smantellata e trasferita nella notte (delocalizzazione). Il padiglione è vuoto, macchinari, uffici e l'intera direzione. Dopo il doloroso sconcerto iniziale le donne si radunano per trovare una soluzione adeguata.
Ken Loach in un film duro e rigoroso descrive la moderna libertà di sfruttare i deboli (In questo mondo libero, UK 2007). Angie lavora, con profitto, come impiegata di un'agenzia di collocamento, non ha avuto una vita semplice ma è riuscita sempre ad andare avanti con coraggio. Dopo essere stata licenziata per avere reagito ad una prevaricazione si rende conto che è arrivato il momento di dare una svolta alla sua vita. Così, insieme alla sua coinquilina Rose, riesce ad aprire una nuova agenzia del lavoro per collocare i numerosissimi immigrati in cerca di un'occupazione. L'inizio è, come sempre, lastricato di buoni propositi.
Ancora un film francese, Costantin Costa-Gavras (Il cacciatore di teste, Francia 2005) ci spiega come superare la concorrenza con ogni mezzo. Dirigente di una fabbrica di carta, Bruno D. viene improvvisamente licenziato a causa di una fusione aziendale con conseguente "delocalizzazione" degli interessi della società acquirente. Bruno non si preoccupa, è ancora giovane e competente ed è convinto di trovare un lavoro simile. Tre anni dopo è al punto di partenza ma è convinto a sopravvivere ed di utilizzare tutte le armi possibili per garantire a se e alla sua famiglia la sopravvivenza. "C'erano solo cinque candidati dotati di titoli, carriera e soprattutto esperienza. Mi sembravano se non migliori, almeno al mio livello... Mi venne un'idea folle". Il film tratta l'imbarbarimento del mercato del lavoro con una storia iperbolica in grado di evidenziare la tendenza distruttiva dei rapporti sociali nella società contemporanea.
Impiego pubblico, sogno e dannazione (La febbre, A. D'Alatri, 2005 ). Mario, orfano di padre, ha trent'anni ed è un ragazzo sveglio e pieno di entusiasmo. Il suo sogno, condiviso con i suoi amici, è quello di aprire un dancing... ma suo il "destino" lavora a sua insaputa e lo raggiunge la lettera di assunzione al Comune della sua città, come geometra, posizione per ottenere la quale il padre si era prodigato con energia prima di morire.
Un film leggero ma non superficiale (Volevo solo dormirle addosso, E. Cappuccio, 2004). La reificazione dell'individuo ossia come gestire uomini e cose allo stesso modo. Marco è un giovane dipendente di una multinazionale, opera nel settore delle risorse umane come formatore del personale, attira l'attenzione dei dirigenti, con la mediazione del suo direttore (Giorgio) che ne comprende le ambizioni e le potenzialità. Marco viene inserito nell'organigramma e messo alla prova sfidandolo a licenziare 25 colleghi nella prima fase di ristrutturazione dell'azienda... Marco non si tira indietro, anzi...
Tortura e lavoro (Mi piace lavorare 'Mobbing', F. Comencini, 2004). Anna, separata, si prende cura della piccola Morgana, sua figlia, e di un anziano genitore malato in una casa di riposo che lo ospita. Anna lavora nella segretaria contabile di un'azienda e svolge il suo lavoro con dedizione, tanto da stimolare piccole invidia da parte delle colleghe. La sua vita semplice e ritmata da impegni e responsabilità viene turbata dalle attenzioni della direzione dell'azienda per la quale lavora.
Il posto dell'anima (R. Milani, 2003) è una storia contemporanea: una multinazionale d'oltre oceano, che lavora nel settore della produzione di pneumatici, decide di chiudere le produzioni in Italia per tentare di ridurre i costi e spostare la produzione in zone economicamente favorevoli (delocalizzazione). Gli operai iniziano la lotta con iniziative di ogni genere. I contrasti tra operai, impiegati e i responsabili sindacali si propagano all'interno delle famiglie, all'interno delle mura domestiche. La comparsa di gravi casi di malattia, dovuta alle condizioni di produzione, farà da collante in un seppur tragico epilogo.
Un grande film spagnolo di Fernando Leon de Aranoa (I lunedì al sole, Spagna 2002), narra Ie storie dei ‘senza speranza’, i disoccupati prodotti dalla crisi economica, disoccupati da cinque anni per la chiusura di un cantiere navale. Santa, José, Lino e Amador s'incontrano nel bar di Rico, anche lui costretto a reinventare la propria vita con coraggio e poca fortuna. Vite distrutte, solitudine e indifferenza rendono le loro giornate un tormento, per alcuni insopportabile, nonostante un sorriso amaro solchi i loro visi induriti dal sole. Una lezione di rabbia e dignità del cinema spagnolo.
Identità, integrazione, sacrificio, amore: questi i temi principali di "Piccoli affari sporchi" del regista britannico Stephen Frears (UK, 2002). Disconoscimento, emarginazione, sfruttamento, furore e odio. Una sintesi esplosiva di forze antagoniste che plasmano e piegano i destini di alcuni dei protagonisti, unknown del sottosuolo londinese, del dramma di Stephen Frears. Tutto sembra semplice e scontato ma niente è come appare, le regole sono assenti e la giungla civile entra in competizione con quella africana, con chi i leoni li ha visti solo alla televisione ed ora ha a che fare con bestie più pericolose perché accettate e quasi giustificate dal sistema che alimentano. Orrore e leggerezza senza limite.
Vincent, padre di tre figli, viene licenziato dal suo impiego di consulente finanziario (A tempo pieno, Laurent Cantet, Francia 2001). Egli però non trova il coraggio di riferire l'accaduto alla sua famiglia, anzi si inventa una vita parallela fatta di viaggi di lavoro all'estero e, per garantire uguale tenore di vita ai suoi cari, convince degli amici a prestargli dei soldi con la scusa di fantomatici investimenti. (Wikipedia)
Disperazione creativa nella commedia francese di F. Veber (L'apparenza inganna, 2001). François Pignon (Daniel Auteuil) si trova in una profonda crisi perché la moglie lo ha appena lasciato e il figlio adolescente lo ignora, oltre che per il fatto che la ditta nella quale lavora vuole licenziarlo. Tenta il suicidio per disperazione, ma un vicino di casa lo salva e lo aiuta a risolvere i suoi problemi, proponendogli di fingersi omosessuale. Una commedia degli equivoci ricompone gli animi...
Racconta la storia di cinque ferrovieri dello Yorkshire che affrontano la privatizzazione del servizio ferroviario di manutenzione per il quale lavorano (Paul, Mick e gli altri, K. Loach, UK 2001). Saranno costretti a confrontarsi con la precarietà e l'insicurezza del nuovo mercato del lavoro. Il film fu ispirato dal fallimento delle società ferroviarie Connex South Central e the Connex South Eastern. La società Connex perse la concessione per entrambe le linee ferroviarie per la cattiva gestione. (Wikipedia)
Vite al confine (Bread and roses, K. Loach, USA 2000). Tra Stati Uniti e Messico la giovane Maya passa nelle mani dei "contrabbandieri di clandestini", che dietro compenso promettono una speranza ai senza futuro. La giovane riesce ad entrare negli Stati Uniti e trova un impiego come donna delle pulizie negli uffici dell'azienda nella quale lavora anche la sorella Rosa. La precarietà del lavoro e la violazione dei diritti sindacali le faranno scoprire un mondo di soprusi e di sfruttamento legalizzato, il lato oscuro dell'altra America, quella colma di promesse non mantenute che scalcia per emarginare un'altra volta chi da sempre vive ai margini.
Il costo della riorganizzazione (Risorse umane, L. Cantet, Francia 1999). Frank, laureatosi in Economia Aziendale, ritorna a casa per frequentare uno "stage" nella fabbrica nella quale lavora il padre. Assegnato al reparto delle Risorse Umane tenta di fare approvare il suo piano di riorganizzazione del lavoro e la riduzione dell'orario a 35 ore settimanali, ma ben presto si accorge che l'unico obiettivo dell'azienda è quello di ridurre il personale sfruttando il suo progetto per licenziare alcuni lavoratori tra i quali suo padre.
"Rosetta" (Jean-Pierre e Luc Dardenne, Francia/Belgio 1999) è una giovane ragazza che vive insieme alla madre alcolista in un parcheggio per roulotte alla periferia di Liegi. La sua misera condizione si aggrava quando perde il lavoro. La sua esistenza è stata sempre una continua lotta per la sopravvivenza, infelice, ingiusta e inaccettabile. Rosetta non vuole essere intimamente diversa da ciò che è sempre stata, non vuole rinunciare alla propria onestà e umanità per essere vinta e offesa da chi ha deciso per lei quale deve essere la sua condizione per il resto della vita. Ha solo sedici anni e tutto ciò per lei è davvero troppo.
Quando la casa editrice 'Random House’ organizza un tour in giro per gli Stati Uniti per la promozione del libro 'Downsize This!', Michael Moore (The big one, M. Moore, USA 1998) decide di riunire una troupe leggera e di cogliere l'occasione di questo viaggio per girare un nuovo documentario sul tema del libro, il "ridimensionamento" delle grandi Corporation statunitensi che, malgrado gli enormi profitti, chiudono le loro fabbriche nel paese e spostano la produzione all'estero, per ridurre i costi grazie alla manodopera più economica e accrescere ulteriormente i ricavi, compiendo quelli che secondo Moore sono atti di "terrorismo economico" [...] (Wikipedia)
Incoscienza di classe in "Ovosodo" di Paolo Virzì (1997). Piero Mansani (Edoardo Gabbriellini) è il protagonista della storia, ambientata principalmente nel rione popolare "Ovosodo" di Livorno (da cui prende nome il film), in cui è nato nel 1974. Fin da bambino scopre il dolore per la morte della madre, per ritrovarsi nel mondo degli adulti fatto di scoperte, disillusioni e primi amori. Nella sua professoressa Giovanna (Nicoletta Braschi), Piero trova la persona che più gli sta vicino, lo capisce, gli presta romanzi che lui divora; il giovane certamente non può contare invece sull'appoggio della sua famiglia, composta da un padre ex portuale che entra e esce di galera, dalla matrigna Mara (nevrotica e insoddisfatta) e dal fratello ritardato. (Wikipedia)
Mai darsi per vinti. Gaz e Dave, due disoccupati di Sheffield, si ingegnano per trovare degli espedienti per tirare avanti (The full Monty, P. Cattaneo, UK 1997). Provano tra l'altro a rubare delle travi di acciaio da una acciaieria ormai chiusa. Ma quando Gaz rischia di perdere la custodia del figlio poiché è in arretrato con le spese di mantenimento della ex moglie, pensa ad una soluzione un po' drastica per tirarsi fuori da quel problema. Ispirato da un gruppo di spogliarellisti professionisti che si esibiscono in città, ha l'idea di dar vita ad uno spettacolo di spogliarello coinvolgendo altri disoccupati. Lo spettacolo sarà un successo. (Wikipedia)
Il film è ambientato a Grimley, un paese immaginario dello Yorkshire dei primi anni novanta (Grazie Signora Thatcher, M. Herman, UK 1996) e tratta le difficoltà che si trova a fronteggiare la Grimley Colliery Band, composta principalmente dai minatori locali, quando si ritroveranno disoccupati con la minacciata chiusura della miniera decisa dalla politica dal governo conservatore dell'epoca, guidato della signora Thatcher.
Con la chiusura della miniera rischia la fine anche la storica banda locale. I minatori-musicisti sono disillusi. Di giorno prendono parte agli scioperi per evitare la chiusura, ma oramai con poca convinzione, essendo profondamente segnati dalla sconfitta di uno sciopero precedente (quello del 1984). Di sera si riuniscono per provare ma con la consapevolezza che una volta chiusa la miniera saranno costretti a cessare anche l'attività musicale. (Wikipedia)
Il minimalismo mistico di Kaurismaki colpisce per l'essenzialità dei contenuti e per l'umorismo tragico e disilluso ma pieno di speranza (Nuvole in viaggio, A. Kaurismäki, Finlandia 1996), che nella sua perenne contraddizione anima i suoi personaggi. Ilona lavora da capo cameriera al Dubrovnik, suo marito Lauri fa l'autista. Entrambi perdono il lavoro, proprio quando la stabilità economica sembrava raggiunta. Tra mille difficoltà e con molto impegno cercano di ricostruire il frammenti delle certezze spazzate via dalla tempesta di eventi che li ha portati alla deriva, finché il vento gira e gonfia le vele.
Ambientato a Manchester, "Piovono pietre" (K. Loach, UK 1993) è la storia del disoccupato Bob che improvvisa gli espedienti più vari per vivere (come rubare una pecora da macellare per vederne la carne o rubare le zolle erbose di un esclusivo club di golf) ma dovrà alla fine ricorrere al prestito di un usuraio per comprare il vestito della prima comunione alla figlia. Sarà involontariamente responsabile della morte dello strozzino e sarà assolto da padre Barry. (Wikipedia)
Il coraggio degli onesti. Karen Silkwood (Silkwood, M. Nichols, USA 1983) lavora come operaia metalmeccanica all'impianto metallurgico di Kerr-McGee Cimarron Fuel Fabrication Site a Crescent, in Oklahoma: nella fabbrica si producono le tubazioni per plutonio liquido delle centrali nucleari. Un'attività che comporta il pericolo costante di esposizioni alle radiazioni. Divide la casa con due colleghi di lavoro: il suo ragazzo Drew Stephens e l'amica lesbica Dolly Pelliker. Karen, per colpa di un passato a base di alcol e droga, si è divisa dal marito e combatte con gli avvocati per avere la custodia dei tre figli. (Wikipedia)
Ispirato alla vera storia del sindacalista Jimmy Hoffa (F.I.S.T., N. Jewison, USA 1978), il film racconta le vicende personali, la carriera, le lotte e la tragica fine di Johnny Kovak, un lavoratore che, grazie al suo carisma e all'ascendente sui suoi colleghi, diventa un capo sindacale. Contrastato con violenza dai suoi datori di lavoro, per organizzare un duro sciopero Johnny chiede aiuto alla mafia, ma questa sua scelta condizionerà la sua carriera e la sua vita. (Wikipedia)
Consapevolezza dello sfruttamento. L'operaio milanese Lulù Massa (Gian Maria Volonté), lavoratore a cottimo per mantenere due famiglie; odiato dai compagni e amato dal padrone, finché un incidente gli fa perdere un dito (La classe operaia va in paradiso, Elio Petri, 1972). Il passaggio da lavoratore modello a contestatore è rapido, perde il posto e la convivente e ad un tratto si ritrova solo. Viene riassunto grazie al sindacato e inizia la profonda presa di coscienza della sua condizione e si accorge di non essere solo. [Palma d'oro a Cannes ex aequo con Il caso Mattei] (Wikipedia)
Nei pozzi petroliferi del Venezuela (Vite Vendute, H. G. Clouzot, Francia 1953) quattro uomini vengono ingaggiati col compito di trasportare due carichi di nitroglicerina che serviranno a far saltare un pozzo, per spegnere un grosso incendio che blocca la produzione. Fanno da cornice la miseria e la speranza degli immigrati pronti a tutto pur di guadagnare un salario al duro prezzo della paura e della vita.
La sceneggiatura di Elio Petri propone la cronaca di un incidente (Roma ore 11, G. De Santis, Italia 1952). Nell'attesa per la selezione per un posto di segretaria, le decine di aspiranti si accalcano su una scala che cede. Il finale tragico si rifà ad un fatto di cronaca.
Infine tre capolavori del cinema internazionale. Il primo è uno dei capolavori senza tempo di John Ford (Furore, J. Ford, USA 1940): tra crisi economica e lotta per la sopravvivenza, giustizia e libertà. Segue la sintesi magistrale della prima rivoluzione industriale di Charlie Chaplin (Tempi moderni, C. Chaplin, USA), capolavoro indiscusso e imperdibile.
Infine la prima lucida distopia che anticipa la massificazione e il disastro della II guerra mondiale (Metropolis, F. Lang, Germania, 1927). Nessun commento sugli ultimi tre film che ognuno, se non l'ha già fatto, dovrebbe trovare il tempo di vedere!
Vi propongo alcune liste di film sul tema del lavoro: tutti film di grande valore che vi faranno risparmiare tanto tempo di ricerca e selezione. Buona visione!
Le liste hanno lo scopo dichiarato di favorire professori, insegnanti, operatori dei cineforum e cinefili interessati ai film su un tema specifico.
Vi auguro una buona e proficua visione.
Non smettiamo di immaginare un mondo migliore!
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