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Il museo civico che non c'è

 

L'istituzione di un “Museo civico” a Iglesias è stato il sogno irrealizzato di molti appassionati studiosi della storia della nostra città già dalla metà degli anni '80 e sicuramente anche molto prima. Io all’epoca non ne compresi la portata, ma ne restai comunque affascinato.

Ora che i più tenaci sostenitori di questa straordinaria intuizione ci hanno lasciato, restano i loro allievi, maturi di una nuova forma di consapevolezza che prende forza dagli studi universitari ma anche dalla prorompente vitalità convogliata dai nuovi media. Quelli che hanno compreso a fondo che la rete può essere addomesticata, a favore della conoscenza, non leggono i pettegolezzi, non propagano miseria ma usano il potente mezzo che hanno a disposizione per diffondere un messaggio di crescita comune e di lavoro collaborativo.

Da questi sentimenti nasce la voglia di rendere fruibili gli edifici pubblici inutilizzati, da questa profonda esigenza nasce la volontà di spingere il cambiamento attraverso il potenziamento dei luoghi del dialogo e della condivisione della conoscenza, il potenziamento della biblioteca comunale e la creazione di biblioteche di quartiere e di frazione, luoghi di aggregazione e di crescita di una nuova sensibilità per l’appartenenza a un’epoca e a un luogo. Da questi sentimenti nasce l’esigenza di sostenere le iniziative che favoriscono l’indipendenza intellettuale e di giudizio, come le letture pubbliche, il cinema, i seminari, le presentazioni del frutto del proprio lavoro e del proprio studio, a vantaggio della comunità.

 

La fondazione di un “Museo civico” non è cosa da poco. È un’opera immensa che convoglia in se significati ancestrali. La ricerca di una identità comune o di un percorso comune, l’analisi degli errori passati e dei successi, delle promesse non mantenute e di quelle fruttuose.

Una sintesi del conosciuto da mettere a disposizione delle nuove generazioni.

Questo periodo di transizione, così complesso e pieno di dubbi e incertezze, dovrebbe spingerci a un’analisi distaccata della nostra identità di comunità. Esiste oppure è solo illusoria? Per quanto ne so, esiste un senso della storia, un cammino comune caratterizzato da una memoria comune, legata al tempo e ai luoghi vissuti intensamente da chi ci ha preceduto e ora da noi.

I luoghi che ora abitiamo hanno visto la presenza umana già da oltre ottomila anni. La nostra città è circondata da 6 colli nei quali sono stati rinvenuti artefatti umani risalenti al Neolitico (6000 a. C.). Ci sono anche reperti appartenenti alla civiltà fenicio-punica e romana del territorio del Sulcis-Iglesiente, sino ai reperti del medioevo, come testimoniato dalla “Collezione Comunale Pistis-Corsi” e non solo. 

 

D’altra parte esiste anche una più recente caratterizzazione artistica della città e del territorio, tale da fare parlare di Iglesias come “Città d’arte”, per la qualità e la rilevanza degli artisti e dei loro interventi. Una tale sensibilità non nasce dal nulla, l’ambiente e le sue genti ne hanno influenzato e amplificato i contenuti sino a sublimarli nella loro arte.

 

Viste queste caratteristiche, a tutti note, sarebbe utile e proficuo realizzare un “Museo civico della città di Iglesias” capace di convogliare in un solo luogo tutte le caratteristiche salienti della storia e dell’arte del territorio, dal 6000 a. C. a oggi. Dobbiamo avere il coraggio e la lungimiranza di costruire questo primo tassello permanente della cultura locale per presentarci al mondo compatti e consapevoli delle potenzialità offerte da questo territorio.

Un “Museo civico” è stato ed è il sogno di molti studiosi della storia e dell’arte e resterà tale sino a quando l’occasione storica e la volontà popolare non saranno in grado di spingere la volontà politica verso un’azione risoluta e coraggiosa.

 

Per realizzare un “Museo civico” che riesca a coniugare la storia con l’arte è necessario avere a disposizione un edificio storico, quanto più possibile centrale e facilmente raggiungibile, quanto più possibile accessibile ossia dotato di strutture di accoglienza e di facilitazione dell’accesso.

Un edificio che sembra fatto su misura per questo è il blocco delle ex Scuole Maschili in via Roma. Tale edificio, di due piani oltre al piano terra, è costituito da due sezioni separate da una porta al secondo piano. Attualmente è popolato da svariate associazioni delle quali la principale è l’Associazione “Remo Branca” che occupa il blocco con ingresso su via Roma e ospita, oltre ai laboratori, il “Museo Remo Branca”. Sull’altro lato sulla piazzetta adiacente alla chiesa di San Francesco sono ospitate svariate associazioni tra le quali la “Scuola d’arte contemporanea”, l’Associazione Argonautilus e varie associazioni musicali.

Per poter realizzare le due sezioni principali del “Museo civico” è necessario disporre proprio di due blocchi di uno stesso edificio, da dedicare rispettivamente a una Pinacoteca iglesiente (PI) con opere di Foiso Fois, Mansueto Giuliani, dei fratelli Enea e Giovanni Marras, Giovanni Desogus, Sigismondo Melis, Carlo Murroni, sino a Vittorio Laudadio e ai contemporanei, in modo tale da incorporare nell’esposizione di opere della Pinacoteca un “Museo dell’Arte Xilografica” (MUX), un “Museo delle arti visive” (MAV) - fotografia e video - e lo stesso “Museo Branca”. Tutto questo illustrato da pannelli informativi, video e installazioni multimediali nelle sale riservate all’accoglienza al piano terra: servizi igienici, ristorazione e attività commerciali (cataloghi, ricordi, poster, cartoline, magliette, libri, artigianato locale…).


 Opere di Enea Marras, Mansueto Giuliani; Foiso Fois, Remo Branca.

 

Dall’altro lato un’esposizione cronologica dell’attività umana dei nostri territori, dal Neolitico ai giorni nostri, incorporando la “Collezione comunale Pistis-Corsi” e possibilmente altre collezioni private, attualmente ignote e che potrebbero essere donate alla città una volta realizzato il museo, come atto di fiducia in un progetto duraturo per la comunità. Non è improbabile, in considerazione del fatto che molte delle azioni di dispersione del patrimonio sono atti di sfiducia nella gestione dei beni comuni. 

 
Dalla "Collezione Comunale Pistis-Corsi"

 

Se il “Museo civico” e la sua Pinacoteca fossero realizzati con criteri si sicurezza stringenti (videosorveglianza, porte blindate, allarmi su finestre e punti d’accesso e assicurazione dei beni, sistema antincendio…) si aprirebbe la via della donazione in prestito delle opere. Molte persone potrebbero essere spinte a valorizzare le proprie proprietà prestandole all’esposizione nella Pinacoteca del “Museo civico”. Questa prassi è attuata in molti musei locali italiani. Ma per ottenerla è necessario un rapporto di fiducia tra amministrazione, direzione tecnica del “Museo civico” e cittadinanza. Un tale museo potrebbe ospitare esposizioni temporanee da altri musei, e personali di artisti del territorio, per questo dovrà dotarsi di spazi opportuni. E c'è anche il "Museo etnografico" di recente inaugurazione, sacrificato in spazi angusti, che meriterebbe più spazio.

Con la cultura si può fare impresa!

 

Per realizzare il “Museo civico” è necessaria una volontà politica ferrea e una collaborazione lungimirante delle associazioni e della popolazione. In primo luogo tutte le associazioni che occupano lo stabile comunale delle ex scuole elementari maschili dovrebbero prodigarsi per trovare una nuova sede, confacente ai propri scopi e alle necessità di espansione. Io non ho alcuna paura di risultare impopolare, più di quanto lo sia già adesso, perché credo sia necessario cominciare a cercare nuove soluzioni possibili per potenziare i servizi turistici della città e migliorare la vita della cittadinanza a partire da iniziative dal basso.

 

Conoscete le qualità e la rilevanza dell’ex Istituto commerciale in piazza Collegio, al centro della città? Potrebbe ospitare una Scuola d’Arte. Avete visto in che stato è la piazza Buozzi nel quartiere Col di Lana? Potrebbe ospitare le azioni e le iniziative di una Scuola d’Arte Contemporanea, opportunamente espansa con strutture prefabbricate. Avete visto in che stato versa l’ex ufficio per l’abigeato con annesso deposito di mezzi e piazzetta interna? Potrebbe ospitare un centro di valorizzazione del libro con annessa biblioteca di quartiere. Sapete che esistono degli spazi inutilizzati sopra l’ex Cooperativa (fronte stazione dei carabinieri), ex ufficio del lavoro, all’imbocco di via Cattaneo da via Roma? Potrebbe ospitare una o più associazioni musicali. Ebbene tutte queste strutture potrebbero essere riqualificate con l’aiuto dell’amministrazione comunale e con l’aiuto del lavoro volontario delle associazioni. In modo da permettere, in tempi brevi (mesi), di liberare l’edificio sede del futuro “Museo civico iglesiente” e favorire la proposizione di un progetto finanziabile dalla Comunità europea a partire dall’inizio dell’apertura dei nuovi bandi nel 2021, non tra vent’anni!

È necessario essere consapevoli di questa possibilità e non lasciarsela sfuggire.

È fondamentale essere determinati a intercettare potenziali finanziamenti che potrebbero creare nuove opportunità lavorative per il turismo e la cultura iglesiente.

I finanziamenti potrebbero essere utili per ristrutturare l’edificio delle ex scuole maschili con due adeguati ascensori esterni/interni, e tutte le soluzioni di sicurezza, compresi adeguati servizi di accoglienza (covid-free), di illuminazione, refrigerazione e quant’altro sia necessario per una fruizione confortevole e in sicurezza delle mostre permanenti o temporanee.

Musei civici: Museo multimediale di Rovereto (Trento)

 

Se il museo, gestito adeguatamente, proponesse eventi d’interesse e coinvolgesse personale preparato potrebbe creare economia tutto l’anno (si pensi al turismo scolastico e alle visite guidate) anche in tempi come questi.

Si dovrebbe puntare sulla gestione autonoma e, una volta avviato, in autofinanziamento creando possibilità commerciali legate alla crescente proposta turistica territoriale, ad esempio integrandola con l’importante realtà del Cammino di Santa Barbara o con i potenziali settori del turismo sportivo, religioso e/o culturale minerario.

Il curatore e il consiglio direttivo, costituito da amministratori, esperti d’arte e artisti, dovrà selezionare le opere tra quelle disponibili da esporre in un percorso razionale e tecnico, con spazi didattici e di relazione (seminari, presentazioni, incontri...), all’interno degli spazi espositivi. La struttura museale dovrà suggerire percorsi organici, anche multidisciplinari e creare occasioni di sfruttamento economico dell’iniziativa collegata a eventi o attrattive turistiche in linea con le manifestazioni stagionali del territorio, creando occupazione stabile, duratura.

 

Insomma, non è un’impresa semplice ma neppure impossibile. A monte c’è sempre la volontà politica e a valle quella popolare. La seconda può svolgere un ruolo fondamentale nel permettere al sogno di molti studiosi e ricercatori di realizzarsi e onorarne così la memoria, la dedizione appassionata e l’impegno profusi per la nostra comunità.

Non smettiamo di immaginare un futuro migliore!

 
Antioco Mainas, retablo della vergine del parto, 1550 ca. 
 

 

Per farti un’idea visita i seguenti siti:

Museo Archeologico Nazionale di Nuoro

MAN - Museo d’Arte Nuoro

Distretto culturale di Nuoro

 

Per approfondire leggi:

Gianfranco Canino, Nuovi dati sulla neolitizzazione della fascia costiera della Sardegna sud-occidentale

Giulio Alberto Arca, La romanizzazione del Sulcis Iglesiente

Gianfranco Canino, La collezione “Pistis-Corsi”

 

Leggi anche

   Ferrovie turistiche iglesienti a cura di Renato Tocco

   Un archivio integrato del lavoro minerario a cura di Daniela Aretino

   La biblioteca come necessità a cura di Mauro Ennas 

 

Blog collettivo iglesiente

  

 

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