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Arte e impegno

Mauro Ennas intervista Massimo MAP Piga per il Blog collettivo iglesiente.

Personaggio eclettico e indipendente, dalla forte personalità. È sempre riuscito a tracciare il suo percorso individuale seguendo le proprie passioni e la propria visione del mondo, senza compromessi ma con pazienza, talento e indiscussa simpatia: dal greco sympátheia, deriva da páthos col prefisso syn-  ‘con sentimento’. Le sue scelte hanno questa costante il “sentimento”, l'affetto per i colori, rossoblu, sia dell'Iglesias che del Cagliari, l'affetto dimostrato per i pazienti che ha aiutato con costanza, pazienza e competenza, l'affetto smisurato per l'arte pittorica e per la sua città. A volte il talento non basta, sia nello sport, come nella professione o nell'arte, per evidenziare la propria personalità, senza esibizionismi, serve l'impegno e il 'sentimento', quel sentimento puro e disinteressato che l'ha visto protagonista di un'operazione culturale di grande valore civile e sociale prima che artistica e culturale. Massimo Piga, in arte MAP, ha superato se stesso, donando alla città delle coloratissime opere murali, coinvolgendo gli allievi delle scuole, in un quartiere popolare come quello di Serra Perdosa a Iglesias e non solo. Che dire ancora. Ce lo dirà lui stesso in questa breve intervista asincrona.

La ringrazio, anche a nome del Blog collettivo iglesiente, per avere accettato di rispondere a questa intervista e per il suo impegno costante nella diffusione di suggestioni artistiche, mirate alla crescita culturale e civile delle popolazioni delle nostre comunità e del territorio del sud-ovest sardo.

Grazie per essersi reso disponibile!

 

Innanzitutto potrebbe cercare di ricostruire com'è nato il suo impegno? Ci parli di lei stimolando i lettori con qualche suggestione e qualche ricordo.

Mio babbo aveva la buona abitudine di conservare tutti i miei quaderni delle elementari, anni '70, e sfogliando le loro pagine ho scoperto che già da allora alternavo addizioni, sottrazioni, pensierini a scarabocchi di ogni genere.

Amavo soprattutto disegnare improbabili omini e auto. Spesso cercavo di ricopiare in modo infimo i personaggi del grande Benito Jacovitti di cui sono sempre stato innamorato. È stato lui, infatti, il mio primo ispiratore che con quei personaggi buffi e super colorati hanno acceso in me la passione per le vignette che tutt’oggi è il mio divertimento preferito.

Anche la maggior parte dei fumetti attiravano la mia attenzione ma erano le classiche vignette, specie quelle satiriche, le mie preferite in assoluto.

Jacovitti e Mordillo prima, Forattini e Vauro poi. La satira e i disegni di quest’ultimo sono quelli che mi hanno ispirato maggiormente negli ultimi anni.

Affinando la tecnica da disegnatore provetto ho preso coraggio e ho spedito le mie tavole a vari giornali, riuscendo a collaborare con piccole testate regionali e anche nazionali come La Settimana Enigmistica e Domenica Quiz.

La sua passione per lo sport (ricordiamo le sue vignette a carattere satirico e non solo) e per l'arte (le sue opere coloratissime spesso ispirate alla nostra città e alla Sardegna), come si sono evolute e quali sono le conclusioni che è riuscito a raggiungere? Cosa ha creato in lei quel 'sentimento' che trabocca dappertutto nelle sue opere e nel suo carattere, specchio di una saggia ed equilibrata pacatezza nell'approccio alla vita. Vuole condividere con noi un suo messaggio in tempi difficili come questi?

La pubblicazione della storia del Cagliari Calcio a vignette, oltre ad essere stata una soddisfazione personale, mi ha dato modo di conoscere grandi persone che hanno fatto la storia del Cagliari, come Gianfranco Zola, Gianfranco Matteoli e Vittorio Pusceddu, idoli calcistici della mia squadra del cuore.

Un buon riscontro ha avuto anche la pubblicazione della storia a fumetti sulla tormentata vita del più grande calciatore di sempre, Diego Maradona.

In seguito sono arrivate anche collaborazioni con l’emittente sarda Sardegna uno, in cui venivano presentate le mie vignette sportive nei programmi di Pupo Gorini prima e Bruno Corda poi.

I miei personaggi vignettistici si sono “evoluti” in forme più surreali e spontanee, tanto da provare a riprodurli su tela, con una fantasia e gamma di colori che da subito sono riuscito a conciliare.

Arrivano quindi le prime mostre in tutta la Sardegna e nel 2012 riesco a vincere il primo premio nell’estemporanea “Paesaggi e Immagini” città di Gonnesa.

I miei “nuovi” disegni piacciono e sono riprodotti su t-shirt, magneti, e oggettistica varia che in tanti mi commissionano per un regalino originale.

Diffondere bellezza e concetti forti e profondi non è facile ma lei è riuscito a farlo. Cosa vorrebbe sottolineare, sommessamente, ai cittadini e alle cittadine della nostra comunità. 

Da alcuni anni la mia attenzione si è spostata anche all’arte dei murales.

Nel 2015 improvviso il mio primo lavoro sulle pareti della casa popolare dei miei genitori, nel quartiere di Serra Perdosa Vecchia, dove ho vissuto per 35 anni.

È stato cosi divertente e anche apprezzato dai passanti incuriositi che ho continuato ad “imbrattare” i muri di questo vecchio quartiere, spesso e volentieri dimenticato dalle varie amministrazioni.

Tuttora sono una decina i lavori che si possono ammirare, non tutti sono ispirati a temi sociali o alla nostra città.

Voglio sottolineare che a parte la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iglesias che mi ha sovvenzionato alcuni lavori, ho sempre realizzato il resto a mie spese.

La soddisfazione di vedere le opere prendere forma e colore, vederle apprezzate da tante persone che si fermano e ti fanno i complimenti è davvero qualcosa di grande.

Quando affronti temi sociali, tipo l’emigrazione, devi mettere in preventivo che tutti condividono certi messaggi, ma finora, a parte sporadici casi, i miei lavori sono sempre stati rispettati e mai bersaglio di sfregi come talvolta capita.

Come sempre, continuo a dire che disegno solo per puro divertimento e piacere personale. È questo il mio modo di rilassarmi; se poi sono riuscito a diffondere bellezza e qualche buon messaggio è davvero un grande motivo d’orgoglio.

Cosa vorrebbe che rimanesse di questa breve conversazione, quali semplici consigli darebbe ai giovani e alle giovani delle nostre comunità per spingere il cambiamento? 

In città abbiamo molti ragazzi capaci e pieni di idee, e spero che l’amministrazione comunale o le associazioni siano più attente a tutte le forme d’arte e, in questo caso specifico, ai murales.

È stato un piacere e un onore rispondere a questa breve intervista e il consiglio che posso dare a chi vuole divertirsi e magari emergere in questo mondo dell’arte, di non avere remore di nessun tipo e avere il coraggio di “buttarsi” ed esprimere le proprie idee senza preoccuparsi dei giudizi altrui.

Parola d’ordine: provare e agire.

 

  

Grazie e buon lavoro.

 

 

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Massimo MAP Piga

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Massimo MAP Piga

(Iglesias, classe 1966)

Massimo Piga in arte MAP si avvicina da autodidatta al mondo dell’arte in età molto giovane, il suo umorismo e la sua autoironia caratterizzano le sue prime esperienze artistiche di vignettista. Inizia così il suo percorso artistico.
Collabora dal 1997 al 2009 con diverse testate giornalistiche, tra le più note a livello regionale, pubblicando vignette inerenti il mondo del lavoro, cronaca e sport.
Nel 2003 pubblica il libro “Da rombo di tuono a Magic Box” breve storia del Cagliari Calcio a vignette. Nel 2009 pubblica il libro: “Io sono el Pibe”. Divertente storia a vignette sulla turbolenta vita di Diego Maradona. Nel 2019 pubblica “Alè Casteddu”, nuova edizione della storia del Cagliari a fumetti.

L'incontro di altre culture, soprattutto quelle del Sud America attraverso i suoi tanti viaggi, lo portano ad accrescere la sua ecletticità e curiosità verso tutto ciò che incontra, la sua arte oggi: un mondo di colori e forme in continua evoluzione.

Dal 2010, intraprende un nuovo percorso artistico evolutivo con la trasposizione dei suoi personaggi vignettistici su tela, partecipando a varie mostre tra Iglesias Cagliari, Villasimius, Monserrato, Sanluri e nel giugno del 2012 vince il primo premio nell'estemporanea "Paesaggi e Immagini " di Gonnesa.
Hanno scritto: "C’era una volta"... una rivisitazione delle favole classiche: Pinocchio, Biancaneve, Cenerentola e altre hanno ispirato l’artista nel realizzare alcune delle sue opere. Mosso dal permanere nel tempo di certi archetipi, figure chiave senza tempo, ritrovate in culture e luoghi diversi. Ha pensato così di riproporle secondo il suo stile tramutando le parole in immagini. Non solo magia raccontata e ascoltata, ma soprattutto magia interpretata dagli occhi di chi guarda… bambini e adulti".  
"Emozioni di note su tela"... sono invece quelle ispirate ad uno dei più grandi autori della musica italiana: Fabrizio De Andrè.

Dal 2015 colora con i suoi murales il quartiere di Iglesias, Serra Perdosa, dove è cresciuto.

 

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