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Il Sapere e il Saper Fare

Il Blog collettivo iglesiente è felice di ospitare il contributo di un grandissimo innovatore italiano che sta realizzando un progetto ambizioso ma alla portata di tutti coloro che hanno compreso l'importanza del cambiamento di paradigma economico a partire da una azione intensa e partecipata dal basso. Il suo progetto l'ha chiamato "Il portale dei saperi e del saper fare" ed è documentato nella corrispondente pagina facebook.

Grazie al nostro ospite per il significativo contributo nella direzione di un cambiamento possibile. 

Mauro Ennas

 

Il Sapere e il Saper Fare di Graziano Naressi

La situazione economica, sociale ed ecologica a cui stiamo andando incontro richiede una compartecipazione di molti, disponibili ad inventare e ad applicare nuovi stili di vita, capaci di soddisfare in profondità anche le necessità esistenziali delle persone, nel rispetto e nella collaborazione con gli altri individui della terra.

Se scegliamo uno sviluppo locale auto-sostenibile con tecnologie appropriate all'ambiente naturale, possiamo indicare una serie di criteri da seguire per aumentare la qualità del sistema produttivo avendo come obiettivo la salubrità dell'ambiente: Le finalità sono quelle di incentivare, diffondere e agevolare il miglioramento della qualità della vita attraverso l'auto-produzione dei beni.

Il Saper Fare è il recupero di un insieme di pratiche tradizionali che si sono tramandate da padre in figlio. Il Sapere e il Saper Fare dimenticati, (quelli che vengono spesso considerati arretrati e poco scientifici), sono invece strumenti importanti per liberare gli individui dalla dipendenza assoluta dalle merci e dal mercato.

Ogni processo produttivo atto a realizzare un determinato prodotto, è passato (prima di essere industrializzato) nelle mani di uomini, di artigiani che quella materia, quel prodotto lo hanno manipolato e creato: da questo passaggio importante nasceva il prototipo.

Il processo di smantellamento dell’economia reale nel nostro paese è iniziato con la marginalizzazione prima, la distruzione poi, dell’artigianato primario.

Burocratizzazione ossessiva e sistemica; morte del vero apprendistato “di bottega”; declassamento, nell’immaginario collettivo, dei mestieri attraverso la mono-cultura – mito – della laurea, unico simbolo di stato riconosciuto e, quindi, ricercato e voluto dalle famiglie.

Il Saper Fare è una risposta chiara e praticabile, alla portata di tutti. È uno strumento strategico, grazie al quale ogni singolo individuo può agire in modo immediato, concreto e diretto per migliorare la propria condizione e il proprio rapporto con l’ambiente, modificando progressivamente il proprio stile di vita in modo anche divertente, coinvolgente e sicuramente economico: piacere di far le cose, manualità, coscienza ambientale, lavorare insieme, recupero delle pratiche del passato ma non solo.

Il Saper Fare corrisponde, pertanto, ad un ritrovamento della propria individualità e della propria capacità di scelta, è la possibilità che ogni persona possiede di intervenire e di agire direttamente sulla Terra con basi eco-sostenibili, perché “solo chi non sa fare niente di ciò che gli serve può diventare un consumista senza alternative” (Pallante, “La decrescita felice”).

Il sapere, è il motore della nostra vita Il portale è “fatto” per fare circolare i saperi o, più esattamente, noi siamo “fatti” per circolare nei saperi. Il portale è solo uno strumento, uno stimolo perché ogni cervello si avvicini ad altri cervelli.

La società, da parte sua, funziona su un sistema di detenzione del sapere che entra nella logica della competizione. Essa si divide dunque in classi di cittadini riconosciuti degni del sapere e di sub-cittadini esclusi dal sapere, non degni di intervenire nel funzionamento della società stessa.

Riconoscendo ogni persona portatrice di sapere e adatta a trasmetterlo il Portale ha l’ambizione di sfidare proprio questa logica. Quanto più questo sapere circola e quanto più noi navighiamo nei saperi, tanto più si intessono dei legami di solidarietà e di corresponsabilità. Le principali resistenze a questa filosofia della condivisione derivano dal radicamento nelle nostre teste, fin dai primi anni di scuola, del principio del “ciascuno per sé”.

Questo principio “protezionista” produce il timore di perdere le proprie capacità se si condividono le conoscenze con altri. Di fronte alla constatazione di una realtà retta dalle leggi della giungla, in cui prevale la volontà di vincere sottesa alla gerarchia dei saperi, si possono assumere tre atteggiamenti:

  • accettare questa regola del gioco che mi conviene perché mi trovo in una posizione favorevole;
  • respingere questa logica, ma che peso posso avere per combatterla e rovesciarla?
  • metterla in conto come una realtà a cui non si può sfuggire, per non esseri messi “fuori gioco” .

In effetti si crea una relazione di amicizia, di confidenza; ciò che ci si offre reciprocamente è una parte di se stessi, della propria storia. Inoltre ogni sapere è esso stesso creatore di una serie di altri saperi, fonte di un processo intellettuale che apre a delle nuove conoscenze, come una reazione a catena.

Lo scambio permette anche un rinnovamento reciproco delle modalità di insegnamento, costituisce una riserva di energie che agiscono congiuntamente su più dimensioni dello sviluppo delle persone. In questo senso gli effetti degli scambi di saperi superano di molto il semplice baratto o lo scambio di servizi.

La reciprocità, regola d’oro etica degli scambi reciproci dei saperi, rappresenta dunque anche una scelta pedagogica.

 

La ricchezza dei saperi
Tutti i saperi hanno la loro ricchezza, la loro dignità, in quanto partecipano ugualmente alla costruzione della società umana. L’importante non è l’acquisizione di una Verità unica, ma di avvicinarsi alla complessità del reale mettendo in interazione la propria esperienza con quella degli altri nella prospettiva di un futuro, alla cui costruzione ognuno deve contribuire nel presente. Ogni sapere non è immediatamente accessibile a tutti, non ha la stessa utilità per tutti. Non tutti acquisiscono il sapere alla stessa maniera e allo stesso ritmo. Tuttavia ognuno possiede dei saperi utili e interessanti per gli altri e di conseguenza per la società e ciascuno è suscettibile di trasmettere il proprio sapere.
 
Trasmetterlo significa comunicarlo, aiutando l’altro ad appropriarsene. Il tempo antico, quando ogni adulto era ancora un professore, è finito. Ora ha il diritto di insegnare solo chi è omologato, secondo dei criteri stabiliti dal sistema. Questo ci permette di vedere che l’educazione è diventata qualcosa di raro, e dunque può essere mercificata.” Nella nostra società contemporanea, la comunicazione è diventata un' affare per professionisti; il tessuto sociale si disgrega a poco a poco, mentre si afferma un sistema di società a “due velocità”, dove una minoranza di élite detiene il sapere (il sapere sempre più sofisticato delle nuove tecnologie) e il potere, ed una maggioranza è tenuta sempre più in disparte dalle decisioni che interessano la società nel suo insieme.
 
Le relazioni fra le persone ed i gruppi sociali si dilatano sempre più, i servizi che una volta erano degli atti naturali di solidarietà divengono delle attività commerciali, monetizzate, per compensare gli impieghi produttivi che la tecnologia moderna ha fatto sparire.
 
La trasmissione dei saperi!
La mia esperienza d’insegnamento mi ha fatto capire che si possono ampliare le proprie conoscenze insegnando agli altri! Come a scuola, dove chi insegna non è tenuto a sapere tutto, ma deve essere in grado di individuare ciò che sa e ciò che non sa, di riconoscere ciò che in parte non sa all’interno stesso dei saperi che trasmette.
 
Per progredire nei propri saperi è importante imparare a trasmetterli. Trasmettere un sapere – come abbiamo già accennato prima – significa aiutare l’altro ad appropriarsi di questo sapere, fare il possibile perché lo integri fino al punto da farlo diventare suo. Giungere al punto che l’allievo possa farsi a sua volta portatore di questo sapere, utilizzarlo in modo autonomo. Fare in modo che anche lui sia in grado di trasmetterlo ad un altro.

Presentazione del portale dei saperi e del saper fare (9 slides).

Saperi negati
In questo ambito si promuoveranno tutti quei saperi che alcune élite culturali hanno interesse a tenere nascosti, la diffusione dei quali costituirebbe per tutta l'umanità un salto enorme di consapevolezza e di sviluppo.
Il Sapere e il Saper Fare dimenticati, quelli che vengono spesso considerati arretrati e poco scientifici, sono invece strumenti importanti per liberare gli individui dalla dipendenza assoluta dalle merci e dal mercato.
La situazione economica, sociale ed ecologica a cui stiamo andando incontro richiede una compartecipazione di molti, disponibili ad inventare e ad applicare nuovi stili di vita , capaci di soddisfare in profondità anche le necessità esistenziali delle persone, nel rispetto e nella collaborazione con gli altri individui della terra. Il portale promuoverà questi saperi, che possono essere i più svariati, dalla medicina non convenzionale, alle free energy, ecc...
Si attiveranno veri e propri progetti di ricerca (prediligendo quella applicata), laboratori di sperimentazione e quant'altro, con i mezzi che avremo a disposizione. Quindi la valutazione della produttività di un sistema tecnologico dovrebbe dipendere oltre che dai fattori economici anche e soprattutto da fattori sociali ed ambientali determinati dall'uso della merce prodotta.
 
Estratto dal mio libro "Il portale dei saperi e del saper fare" di Graziano Naressi.
 

Il portale dei saperi e del saper fare 

Naturalmente chi vuole proporre idee e/o progetti non contenuti in questo libro sarà benvenuto e sarò lieto di aiutarlo a realizzarli. I manuali tecnici contengono oltre ai disegni, molte foto e video che servono per comprendere al meglio i contenuti proposti.
Per ricevere il libro “Il portale dei saperi” e l'elenco completo dei corsi basta farmi una richiesta su questa mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)   

   Intervista a Graziano Naressi (video da non perdere)

   Il portale dei saperi su Facebook  

   File 

   I 4 elementi (seminario)

   Presentazione del gruppo Facebook

 

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Graziano Naressi

 

 

 

Graziano Naressi 

 (Algrange/Francia, classe 1952)

Mi chiamo Naressi Graziano e sono nato nel 1952 a Algrange (nord della Francia) dove ho vissuto fino al 1965 quando la mia famiglia ha deciso di ritornare in Italia.

Sono un progettista industriale e insegnante di disegno tecnico che a un certo punto della vita ha deciso di condividere i suoi saperi e le sue conoscenze con chi ne ha più bisogno.

Questa scelta mi ha portato a impegnarmi nella solidarietà internazionale.

La mia prima esperienza di volontariato l'ho fatta in Nicaragua nel 1980 durante un viaggio di solidarietà organizzato dal sindacato unitario (Cgil, Cisl e Uil). Nel 1983 sono stato invitato in Guatemala da un'associazione cattolica per insegnare a costruire cucine solari.

Dal 1985 al 1990 sono stato in Mozambico in qualità di cooperante allo sviluppo alle dirette dipendenze del Ministero degli Esteri Italiano (Dipartimento Cooperazione allo Sviluppo).

Se vuoi sapere di più  scarica il CV

 

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