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Argonautilus e il suo impegno per il territorio

Mauro Ennas intervista Eleonora Carta per il Blog collettivo iglesiente

Un impegno costante e di qualità sempre crescente che, a più riprese, dal 2015 ha portato a Iglesias un importantissimo evento, la Fiera del Libro, e non solo. La capacità di coinvolgere i giovani e il territorio (Portoscuso, Villamassargia, Gonnesa, Musei con i circoli letterari), le scuole del territorio e anche i sonnolenti cittadini e le cittadine iglesienti. Con la sua azione, e quella dei suoi valenti collaboratori e collaboratrici, ha ridato vita al centro storico, alla piazza Pichi di fronte al teatro Electra e alle vie circostanti sino alla piazza Lamarmora e oltre, con uno straordinario impegno multidimensionale, con manifestazioni in presenza, in diretta sui social media, in differita registrata, alla radio, sui siti e sui altri media dell'associazione. Insomma un esempio di impegno, di cultura e capacità organizzativa senza precedenti.

La ringrazio a nome del Blog collettivo iglesiente, per avere accettato di rispondere a questa intervista asincrona e per il suo impegno costante nella diffusione della cultura e dell'impegno civile a favore del territorio del Sulcis Iglesiente.

Grazie per essersi resa disponibile!

Grazie a voi per l’impegno, per l’attenzione che da sempre rivolgete al nostro lavoro e per il vostro costante incoraggiamento!

Innanzitutto, può riassumerci brevemente come ha avuto inizio il progetto e com'è nata l'idea di creare un evento come la Fiera del Libro? Quali valori convoglia una così complessa iniziativa?

Come ogni progetto creativo, anche la Fiera del Libro nasce dalla spinta di grandi passioni. In questo caso, dall’amore per la lettura e per i libri che si è andato a intrecciare con l’amore per la città e il territorio. Reduci da appaganti esperienze nell’organizzazione di eventi letterari (NdR fuori dalla Sardegna) ci siamo chiesti: Perché no? Perché non a Iglesias e nei comuni vicini? Così, prendendo a modello manifestazioni letterarie di successo a livello nazionale, abbiamo elaborato una struttura modulata sulle esigenze, sulla geografia e sulla morfologia sociale di Iglesias e del territorio di questo bellissimo angolo di Sardegna. Il risultato è stato un format ambizioso (fin dal primo anno quattro giornate fitte di eventi, dalle 9 della mattina fino a sera) che rappresentasse un’offerta culturale variegata e nel contempo un invito alla complessità.

Grazie al sostegno di persone lungimiranti che hanno creduto in Argonautilus e nella nostra idea fin dal primo momento, siamo riusciti a dare sostanza a un appuntamento che si pone come obiettivi primari il contrasto alla povertà educativa, la valorizzazione della lettura e del libro come strumenti atti a generare benessere, la crescita culturale della comunità nel suo complesso. E grazie al coinvolgimento diretto di un numero enorme di soggetti – le Scuole e le Biblioteche, gli operatori culturali, le associazioni del territorio, i librai e gli editori, gli scrittori e gli artisti ospiti e naturalmente e soprattutto grazie al pubblico della Fiera, siamo riusciti a mettere il libro al centro dell’attenzione, almeno per una settimana all’anno, anche a Iglesias e nel suo dintorno. Abbiamo già colto molte possibilità; molte altre si schiudono di continuo, e starà a noi essere tanto bravi da saperle cogliere, allargando la nostra visione e rivolgendo lo sguardo verso obiettivi sempre più ambiziosi.

 

L'importanza e la rilevanza che assume un'iniziativa come la vostra, a nostro avviso, avrebbe dovuto sviluppare una maggiore partecipazione e convogliare intense azioni territoriali. Ci sbagliamo? Cosa ha impedito o frenato la crescita di un progetto culturale così innovativo e lungimirante come il vostro?

Non credo che la crescita sia stata frenata, quanto che sia in atto un percorso non breve né semplice. Radicare un progetto culturale sul territorio è un’impresa complessa, ne eravamo consapevoli fin dal primo momento. Non dimentichiamo che questo è un paese che fa del turismo e del patrimonio materiale e immateriale una delle voci più importanti del suo PIL (oltre il 16% del valore generato – dati Fondazione Symbola e Unioncamere 2021), ma in cui qualche illustre rappresentante delle istituzioni è stato capace di pronunciare l’orribile frase secondo cui “con la cultura non si…” che è talmente vuota e becera che non voglio neppure ripeterla.

Vero è che si tratta di vincere inerzie, contrastare resistenze, porsi in posizioni a volte poco gradite, per non dire scomode. Vero è che impera sul territorio una tendenza all’immobilismo, all’abitudine, alla paura per la novità che è difficile da scalfire ed è purtroppo radicata anche nei soggetti che ritengono di essere (o per lo meno si dichiarano) aperti e votati al cambiamento. Proprio i soggetti che ci hanno lasciato questo disastro in eredità, guarda caso…

In più, le nostre scelte sono sempre state un invito alla complessità, improntate alla ricerca della qualità, prima ancora che del consenso. Ci sono molti modi per ottenere l’attenzione del pubblico: si può prendere la via più redditizia in termini di ritorno d’immagine… che è semplice da percorrere ma spesso non in grado di operare nella direzione del cambiamento. Oppure si può scegliere di sviluppare un progetto, creare opportunità, guardare lontano. Quando mi interrogo su questo problema, mi viene sempre in mente una parabola del Vangelo. Quando il seminatore uscì, una parte del seme cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo. Ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno. Ecco, io credo che nonostante gli uccelli, la poca terra, e le spine, adesso la nostra pianta ormai stia dando i suoi frutti.

(La parabola si conclude con le parole “chi ha orecchi per intendere, intenda”).

 

Quali sono i valori e gli obiettivi che vorreste fossero trasmessi interamente al territorio del Sud Ovest sardo, ha in mente un messaggio chiaro da condividere?

Non uno ma tanti messaggi; quelli che cerchiamo di portare avanti con le azioni che Argonautilus dispiega sul territorio. Crediamo nel fatto che ciascuno di noi possa contribuire a cambiare la realtà che lo circonda, e quindi il mondo. Crediamo nel fatto che il potere del singolo, già grande, si moltiplichi, e in modo esponenziale, nel momento in cui si unisce al potere, alla determinazione e alla volontà degli altri, in un’ottica di condivisione degli sforzi e degli obiettivi. Crediamo nel diritto di ciascuno di accedere agli strumenti che garantiscano la crescita personale, emotiva, psicologica, professionale, di competenze, e crediamo che i libri siano tra questi strumenti. Crediamo nelle possibilità e nelle risorse di questo territorio, e in maniera ostinata continuiamo a sfidare quella che alcuni considerano evidenza, e proporre strade alternative, specie a vantaggio dei più giovani. Perché possa esistere un domani in cui i ragazzi delle scuole superiori, quando chiederemo dove immaginano il loro futuro, ci rispondano “qui, dove siamo nati e dove vogliamo costruire il nostro percorso”, non come ora, quando invariabilmente rispondono: “altrove”.

Siamo un po’ idealisti forse anche un po’ sognatori, è vero, ma non è il peggiore dei difetti no?

 

Avete creato una rete non solo territoriale, con iniziative nei comuni limitrofi a Iglesias, ma anche con interventi a livello nazionale, manifestando grande competenza e capacità organizzative. Cosa è mancato, oppure cosa potrebbe aiutarvi a crescere?

Stiamo cercando di costruire, portando le nostre azioni quanto più possibile a contatto con il territorio, proponendo nuovi modelli e la nostra visione. Come dicevo, la strada è lunga, il nostro progetto è stato pensato fin dalla prima embrionale versione, per funzionare sul lungo periodo, ed è solo sul lungo periodo che potremo capire se abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Per ora, possiamo dirci molto soddisfatti dei circoli virtuosi che sappiamo di avere attivato. E non mi riferisco solo ai cinque Circoli letterari, anche se il gioco di parole era voluto. Piuttosto al modo in cui, da quando esiste la Fiera del Libro, abbiamo visto crescere l’attenzione per gli eventi culturali sul territorio. Al numero di situazioni di cui siamo stati protagonisti, in maniera diretta, o indiretta, quali motori del cambiamento. Il contagio delle idee è un processo estremamente positivo e il fatto che le nostre iniziative ne abbiano fatte nascere altre, è esattamente uno degli obiettivi che speravamo di raggiungere.

 

Quali sono state le principali difficoltà affrontate finora e cosa prevede di fare nell’immediato futuro?

Le difficoltà organizzative fanno parte del gioco ed erano state messe in conto. Forse non avremmo immaginato tanto complesso lavorare sul tessuto cittadino; un po’ ingenuamente avevamo creduto che operare per la crescita della collettività dovesse riscuotere unanime consenso e partecipazione, in una scambievole condivisione di competenze, conoscenze, passione ed entusiasmo. Abbiamo imparato che non è esattamente così, e che la nostra idea di bene comune non coincide con quella di chi la considera una questione privata. Forti di nuove consapevolezze andiamo avanti, forse con un po’ di amarezza al pensiero delle occasioni perse; del modo in cui il territorio sia stato svenduto e violato, e le prospettive di futuro drasticamente ridimensionate da una gestione cieca, limitata quando non direttamente ispirata a principi non edificanti, che non condividiamo; e di quanto ci vorrà per restituire fiducia, speranza, voglia di mettersi in gioco nel nome di obiettivi moralmente elevati.

Ma come dice il motto di Argonautilus, che sono poi parole di Thomas Eliot: “Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta”. E quindi continuiamo ad andare, ed esplorare.

L’immediato futuro sono gli eventi di FieraOFF, una giornata in piazza per ricordare le date originali della Fiera del Libro (che nasce il 22 aprile 2016) e per celebrare con gli studenti dell’IPIA il tema della Fiera del Libro 2021 “Quando siete felici fateci caso”; e poi ancora il Salone del Libro di Torino.

L’immediato presente, è la progettazione della Fiera del Libro 2022, il cui tema, “La meraviglia”, sarà declinato in molti modi differenti, ma sempre e per tutti, come un invito alla complessità.

 

Grazie e buon lavoro!

 

 Fiera del Libro di Iglesias

Ricordiamo che è possibile informarsi sugli eventi della Fiera del Libro 2022 dalla pagina Facebook raggiungibile direttamente cliccando sull'immagine, oppure dal sito dell'associazione Argonautilus.

 

Leggi anche

   Associazione Argonautilus a cura di Eleonora Carta

 

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Eleonora Carta

(Iglesias, classe 1974)

1992 Maturità presso il "Liceo scientifico Giorgio Asproni" di Iglesias; 1998 Laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Cagliari e, dopo la laurea, inizia a lavorare come correttrice di bozze ed editor; 2014 pubblica un racconto nella antologia Delitti di Capodanno (Newton Compton); 2014 pubblica il suo primo romanzo La consistenza dell’acqua, un legal thriller che nel 2016 avrà una nuova edizione, sempre per i tipi di Newton Compton Editori, con il titolo di Delitto al museo; 2015 fonda l’Associazione ArgoNautilus, che, tra le altre cose, organizza la Fiera del libro di Iglesias e, a Portoscuso, il Big Blu Festival;  2016 pubblica L’imputato, thriller che tocca i temi dell’integrazione degli immigrati e la violenza sulle donne e che è finalista al Festival Giallo Garda 20182019 è la Breve storia della letteratura gialla e con il quale vince il Premio Giuseppe Lippi 2019 per la saggistica gialla conferito dal premio La provincia in giallo; 2020 pubblica un nuovo racconto "La nuova stagione" nell'antologia "Giallo sardo" per Piemme Edizioni2020 pubblica, sempre con Piemme, il thriller psicologico Piani inclinati.

       

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