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La Storia della Sardegna medievale a portata di tutti

Arianna Manca intervista Dr.Watson

Questa intervista è per me qualcosa di particolare in quanto conosco Dr.Watson da diverso tempo. Dr.Watson è un’autrice iglesiente che lo scorso primo dicembre ha pubblicato su Amazon il suo primo libro di narrativa, una collezione di novelle incentrate sulla Storia Giudicale sarda. Conoscendola, il suo interesse per il Medioevo è una vera e propria fissazione, per cui non mi sorprende affatto.

 

Dr.Watson, di cosa parla il tuo libro, intitolato Storie di Sardegna – Epoca Giudicale?

Come si può immaginare dal titolo, è un libro di narrativa storica incentrato sulle vicende medievali in Sardegna, fra il 1127 e il 1420. Il libro è composto da sette novelle che seguono personaggi o eventi storici di particolare importanza di quei trecento anni di Storia. Per cui, abbiamo le vicende di Gonnario II di Torres, Barisone I d’Arborea, Benedetta di Calari, Adelasia di Torres, Mariano IV ed Eleonora d’Arborea. Chiaramente, è difficile, se non impossibile, riassumere in maniera dettagliata trecento anni di eventi. Le vicende che ho scelto di raccontare tracciano una linea narrativa che copre gran parte degli eventi salienti, mettendo in evidenza le relazioni dei Giudicati fra loro e fuori dall’Isola, e riportando al centro dell’attenzione alcune figure che sono state invece spesso dimenticate o addirittura denigrate.

Come è nata l’idea?

L’idea iniziale era in realtà una sola novella, la quinta, che tratta dell’assedio del 1323-24 di Villa di Chiesa. Avevo già scritto racconti e romanzi storici ambientati in epoca medievale, ma l’origine della mia passione per la storia medievale è l’essere nata ad Iglesias, dove diversi paesaggi conservano ancora in parte l’ambientazione medievale e dove vengono organizzate manifestazioni a carattere storico. Iglesias rimette molto orgoglio nel possedere ancora una versione medievale del proprio codice di leggi, il Breve di Villa di Chiesa, e questo orgoglio viene inevitabilmente trasmesso ai suoi abitanti. Quindi, ad un certo punto mi è venuta in mente l’idea di esorcizzare la mia fissazione per il Medioevo andando alla fonte e raccontando uno degli eventi più traumatici (se non il più traumatico) per Iglesias nel Medioevo. Questo avveniva nel 2019.

Mi misi quindi in cerca di fonti e libri per studiare l’intero sistema dei Giudicati sardi, e trovai il libro La Sardegna dei Giudici, di Gian Giacomo Ortu. Dalla lettura di quel libro, trovai ispirazione per almeno altre due storie che meritavano di essere raccontate, ossia quelle di Gonnario di Torres e Barisone d’Arborea. A quel punto, decisi di aggiungere anche le storie di Mariano ed Eleonora, personaggi che mi erano già noti sempre tramite la Storia di Iglesias, e Benedetta ed Adelasia.

La prima novella (che è in realtà la quinta) l’ho terminata in inglese (perché io in realtà scrivo principalmente in inglese) poco prima della laurea, ma mi ero resa conto di averla scritta nella lingua sbagliata. L’ho quindi tradotta e ho poi ripreso a scrivere le altre novelle durante il primo periodo della pandemia.

 
Dr.Watson un progetto editoriale tutto iglesiente.

 

Al termine del libro, riporti una nota storica in cui spieghi, fra le altre cose, qual è l’idea di fondo del libro.

Sì. In realtà, inizialmente non vi era nessuna idea di fondo, ma poi, indagando meglio la Storia, il filo logico che unisce le novelle è apparso da solo. Storie di Sardegna è in realtà una serie (di cui Epoca Giudicale è il terzo libro in ordine cronologico, nonostante sia il primo ad essere pubblicato) che ha come obiettivo raccontare l’intera Storia della Sardegna, dall’epoca nuragica fino al Novecento, tramite novelle (racconti di lunghezza intermedia fra storie brevi e romanzi). Epoca Giudicale è sicuramente particolare in quanto segue da vicino i punti di vista di determinati personaggi storici che ritornano quindi ad essere esseri umani prima che figure storiche. Alcuni (ma più frequentemente alcune) di loro sono stati dimenticati dalla Storia nonostante abbiano tentato delle missioni quasi impossibili (è il caso di Barisone d’Arborea, dimenticato e spesso sottovalutato soltanto perché non riuscì nel suo intento di farsi unico re di Sardegna). Oppure vi sono i casi di Benedetta di Calari e Adelasia di Torres, Giudicesse anche loro per linea di sangue ma che passano sempre in secondo piano quando si parla di regnanti donne, a favore di Eleonora d’Arborea (che in realtà agì come reggente dei figli). Vi è un’altra Giudicessa che è ancora più dimenticata, ed è Elena di Gallura, che in realtà non compare direttamente nel libro in quanto si sa talmente poco che è quasi impossibile raccontare una storia che sia ancora storicamente accurata senza ricorrere ad invenzioni letterarie.

Poi vi sono Mariano ed Eleonora d’Arborea, padre e figlia che nonostante abbiano perseguito obiettivi simili (anzi, Mariano con più violenza, ma in condizioni differenti) hanno avuto destini storiografici diversi, per cui adesso Eleonora è più famosa. La sua figura è stata mitizzata ed idealizzata, manovrata affinché aderisse ad una certa ideologia, alterandone quindi non solo la verità storica ma anche la componente umana, quasi divinizzandola. Epoca Giudicale vuole quindi riportare in evidenza le lotte umane, quelle fisiche delle battaglie ma anche quelle interne delle persone, restituendo ad ognuno il proprio posto.

In tutto questo, le fonti storiche sono state fondamentali, perché il lavoro vuole essere comunque storicamente accurato, benché si tratti di narrativa e non di un saggio storico. Aldilà degli accademici e degli appassionati, in pochi conoscono la Storia sarda, medievale e non, che siano sardi o no. I libri di saggistica non attirano tutti, per lo stile di scrittura o perché ritenuti troppo complessi, ma la narrativa è di più facile approccio, da parte dei lettori. Un libro di narrativa storica può arrivare a diffondere la conoscenza e la consapevolezza là dove un libro di saggistica non potrebbe mai arrivare, per cui l’accuratezza storica è un fattore molto importante per qualsiasi scrittore di narrativa storica. Un libro come Storie di Sardegna – Epoca Giudicale può aiutare a far conoscere la Storia che purtroppo non ha spazio nei programmi scolastici e a far riscoprire gli eventi che sono avvenuti nello stesso suolo su cui noi viviamo, le vite di persone – esseri umani come noi – che sono vissuti qui prima di noi, e allo stesso tempo liberarsi di quella visione che si è accumulata nel tempo per cui in Sardegna non sia mai successo niente. In nessuna parte del mondo non è mai successo niente; soltanto, alcune storie sono raccontate più di altre.

E a proposito di storia locale, qual è il ruolo di Iglesias nel libro?

Iglesias è l’ambientazione dell’intera quinta novella, che narra appunto l’assedio durato sette mesi, fra il 1323 e il 1324. All’interno dello stesso libro, la quinta novella ha uno stile particolare perché racchiude diversi punti di vista: dei Capitani della Villa, pisani; degli assedianti catalano-aragonesi, guidati dall’Infante Alfonso con la collaborazione del Giudice Ugone d’Arborea e le famiglie di origine genovese; degli abitanti di Villa di Chiesa, rappresentati da una famiglia di minatori e lavandaie e da un balestriere, che si ritrovano rinchiusi dentro le mura del castello durante il periodo dell’assedio.

L’assedio di Villa di Chiesa fu una dura prova per tutte le parti coinvolte ed è un punto centrale nell’inizio della conquista catalano-aragonese della Sardegna. L’ancora inesperto infante, infatti, seguendo i consigli del Giudice d’Arborea, decise di attaccare Iglesias prima di Castel di Castro, ma questa non fu una buona idea. Due tentativi di attacco diretto fallirono e si ripiegò quindi su un assedio che durò a sua volta più a lungo di quanto previsto. La città rimase senz’acqua per mesi e poi finirono le scorte alimentari, mentre nei campi aragonesi si diffondeva la malaria e lo stesso infante (e infanta) ne furono colpiti. Il 7 febbraio scorso è stato il 698° anniversario della resa di Villa di Chiesa, che per via delle ricchezze in argento fu un grande acquisto per la Corona d’Aragona. Qualche tempo dopo cadde anche Cagliari e i Pisani furono espulsi da Castello.

Iglesias appare anche in altre vicende, a volte indirettamente e una volta direttamente. Gli abitanti di Villa di Chiesa infatti erano soliti ribellarsi. Una delle ribellioni che si ricordano nel libro è quella del 1354 contro l’Aragona, in favore di Mariano IV d’Arborea, ma non è l’unica. Villa di Chiesa appare di nuovo quando Brancaleone Doria decide di riprendersi Villa di Chiesa per conto dell’Arborea, ma il lavoro gli viene facilitato dagli abitanti che si schierano con lui, di nuovo contro gli Aragonesi. La città appare quindi “in scena” quando Brancaleone mette l’assedio ai Catalano-Aragonesi che si rifugiano al castello di San Guantino/Salvaterra.

Essendo iglesiente, mi sono potuta permettere di andare più in dettaglio nelle descrizioni dei luoghi e delle vie del centro storico, il che rende le ambientazioni di Iglesias differenti dalle altre presenti. Inoltre, Iglesias è l’unica città ad avere una novella interamente dedicata alla propria Storia.

Abbiamo detto che Storie di Sardegna – Epoca Giudicale è autopubblicato. Come mai hai scelto questa via?

Innanzitutto, l’autopubblicazione è un nuovo metodo di pubblicare libri senza tramite di una casa editrice, che diviene l’autore stesso. Non è un modo per “eludere” le case editrici tradizionali o a cui si ricorre in caso di insuccesso nella pubblicazione tradizionale. Chi autopubblica ha spesso una propria idea e una visione del proprio lavoro che mai si incrocia con quella delle case editrici, per cui non è un modo di “rubare il lavoro” o “rubare il pubblico”. Io, per esempio, non ho mai preso in considerazione l’idea di pubblicare Storie di Sardegna per via tradizionale. Un autore autopubblicato deve comunque essere in grado di scrivere, di editare o di pagare qualcuno per farlo, di impaginare un libro, di creare una copertina (o pagare qualcuno per farlo), ed infine di autopromuoversi senza intermediari. Da quel punto di vista, sono fortunata perché le risorse e l’inventiva non mi mancano.

Perché non ho nemmeno considerato la via tradizionale? Storie di Sardegna è un libro di 670 pagine. È il primo libro che pubblico (così detto di debutto), ma non il primo che scrivo. Nella via tradizionale, sarebbe stato fin troppo lungo per un debutto ed inoltre ha delle sue caratteristiche e scelte stilistiche particolari. Quando si decide di andare per la via tradizionale, bisogna tenere conto ed accettare che ci possano essere modifiche editoriali, ma qualsiasi modifica editoriale avrebbe alterato il senso del libro ed, in generale, dell’intera serie che è pianificata.

Dr.Watson, dove possiamo trovarti?

Potete trovare i miei libri sulla mia pagina autore di Amazon, su cui pubblico, oppure sulla mia pagina Facebook che gestisco personalmente (che si chiama Dr.Watson’s Writing), o su Goodreads, che è un sito di recensioni di libri.

 

Link al progetto

   Dr.Watson su Amazon

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Arianna Manca

 

 

 

Arianna Manca 

 (Iglesias, classe 1994)

2013: Maturità  scientifica presso ITIS Minerario "Asproni", Liceo Scientifico-Tecnologico di Iglesias; 2016: Laurea triennale in Fisica presso l'Università degli studi di Cagliari (UniCa); 2020: Laurea Magistrale in Fisica presso UniCa; 2020: Inizio Corso di dottorato in Astrofisica presso UniCa. Associato presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Appassionata di Storia e scrittura creativa.

 

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